d- Il tuo lavoro
r- La letteratura non ha bisogno di niente, se non di opere d’arte, che per loro natura sono imprevedibili, nel senso che non si collocano nell’orizzonte di attesa del pubblico e ne creano di nuovi, forzando i cliché e spalancando nuove visioni sul mondo, sulla lingua, sulla letteratura stessa. Nella letteratura italiana contemporanea vedo un panorama molto asfittico, e un gioco al ribasso sia nella critica, ormai privata degli strumenti critici e dell’intelligenza o in mano a pubblicitari, sia nella complicità degli scrittori al conformismo editoriale che spesso, appunto, più che scrittori, sono narratori autoriali o giornalisti mancati o sceneggiatori mancati. Non ho, comunque, e non voglio avere, una ricetta, perché la ricetta in arte non c’è. Molti si affannano a dire cosa deve essere la letteratura, coniano etichette come fiction, faction, fictual, tendono a eliminare le gerarchie estetiche propononendo un’idea parificante e morturaria di letteratura, ma la letteratura è più forte di tutto questo. Ma è sempre stato così. C’è chi vuole durare dieci mesi, e chi almeno dieci secoli. Vita standard di un venditore provvisorio di Collant, o La Delfina Bizantina di Aldo Busi, Horcynus Horca di Stefano D’Arrigo, o Gli Esordi o Canti del Caos di Antonio Moresco, o La Macinatrice del sottoscritto, sono capolavori che devono ancora essere metabolizzati ma forse è normale che sia così, se pensi che ancora uno come De Roberto, del quale i Viceré sono un romanzo molto più importante de I Promessi Sposi, aspetta ancora di trovare la sua giusta collocazione nella storia della letteratura italiana.
d - Il ruolo della critica letteraria, soprattutto sulle principali testate nazionali, sembra aver dimenticato di essere innanzitutto responsabile di muovere copie sul mercato che vanno nelle mani degli acquirenti, spesso ignari di essere stati vittime di veri e propri raggiri. Forse la critica è morta e siamo passati alle sveltine analitiche da giornalismo culturale, anche se di buon livelllo, ma pur sempre poca cosa. Cosa ne pensi in merito?
d-Puoi dare qualche anticipazione sul tuo prossimo lavoro?
Massimiliano Parente.
RispondiEliminaMa dico io: ma ce la facciamo? I discorsi che gli ho sentito fare poco fa in televisione rasentavano la caricatura di se stesso che imita Vittorio Sgarbi. Ditemi che Massimiliano Parente è uno scherzo.
caro andrea, può essere che Parente come dici tu rasenti la caricatura di se stesso, ma penso che abbia molto da offrire, non importa quando, alla cultura italiana
RispondiEliminaGrazie del tuo post ;)