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martedì 20 marzo 2007

Fucked Up

Al di là delle vicende giudiziarie che hanno coinvolto dal 2005 Christopher Wilson , residente a Eagle Lake in Florida, e “signore assoluto” del sito www.nowthatsfuckedup.com che ha costretto addirittura la Cia a scendere in campo non tanto per le immagini (video e altro) di porno amatoriale ivi contenute (pretesto superficiale per la chiusura del sito) quanto per alcune foto terribili provenienti dai campi di guerra in Iraq e Afghanistan mandate dalle stesse truppe americane (301 capi d’accusa e una cauzione di 151.000 dollari per il povero Chris), e al di là delle battaglie legali portate avanti dal suo avvocato Lawrence Walters (specializzato nella difesa di pornoshop e librerie per adulti), il libro Fucked Up a cura di Gianluigi Ricuperati edito per i tipi di Bur nella collana FuturoPassato, è un libro che non solo va letto con la massima cautela, ma si presta ad una valutazione interessante, che va oltre il mero aspetto cronachistico e che incontra i gusti più svariati di potenziali acquirenti. Un libro che ha l’intento, come sostiene a pag. 23, Maurizio Donati editor della saggistica Bur “di ricavare da questa trovata paradossale di un giovanotto americano l’occasione conoscitiva che è in grado di offrire. Una rappresentazione della guerra, certamente feroce, certamente unilaterale, ma, per una volta, dalla prospettiva di chi la guerra la sta combattendo”. Fucked up, se ci si lascia intrappolare dalla sequenza d’immagini, soprattutto nelle sezioni Due e Tre, risulterebbe un volume inguardabile, e sconsigliabile per l’acquisto, in quanto alcuni di quei contenuti iconografici vanno oltre la semplice rivelazione della brutalità della guerra, delle guerre. A questo si aggiunge uno scandaglio psico-foto-iconico acutissimo dell’imbestiamento incarnatosi nei componenti degli eserciti all’interno degli accampamenti, dove si assiste ad un ricco ventaglio di degradazioni dell’essere che vanno dagli omicidi con mutilazione, al sesso di gruppo tra commilitoni, alla logica dell’umiliazione e della sopraffazione stupida e cieca., al compiacimento animalesco per deliziosi ritratti di pezzi di corpi umani smembrati, accanto a soldatesse con tette al vento (l’accoppiata tra le donne nude e le armi è un vero e proprio top of the tops, e di fatto alle fiere dell’industria militare sembra che esistano soltanto come standard pubblicitario, modelle in bikini che mostrano ai maschi, magari, come funziona una Desert eagle ndc- ) oppure pisciate di gruppo post-sbronza. Non di rado accanto a foto come quelle sopracitate, si possono leggere nel sito post del tipo “Cazzo non l’avevo mai vista da questa prospettiva. Questi stronzi che si fanno esplodere non sono altro che degli arrapati. Mandiamogli settantaduemila delle nostre fighette e vedrai che ci andranno giù pesante con loro invece di finire in quel modo. Ehi, grandi capi, laggiù, al Pentagono, mi sentite? Settantaduemila fighette e la pace arriverà di sicuro”(post anonimo, pag.119). Se dovessimo invece non accontentarci della semplice carrellata di orrori, potremmo vedere ben altro, ovvero la deriva esistenziale di una società come quella americana che non gode certo di buona salute. Di certo Fucked Up non è un saggio che tra le righe, opera una vera e propria critica al sistema della politica interna ed estera americana, affetto magari da una vera e propria sindrome di Magneto, signore del magnetismo (vedi X-Men - ndc), nel voler imporre la vittoria dell’homo superior (americani) sul resto del mondo (homo sapiens sapiens), né può essere un’esposizione delle paranoie del governo americano complottistiche interplanetarie e non solo ( il caso Roswell, gli X-Files, i Men in Black, le torture ad Abu Ghraib), e figuriamoci poi se può considerarsi un libro, dove vengono analizzati, dissezionati e smascherati misfatti e menzogne con cui i centri di potere finanziari e le multinazionali americane cercano di paralizzare le istituzioni democratiche per assumerne il controllo (come è successo ad esempio nell’America Latina). Fucked Up mette in campo esplicitamente una volontà di rendere qualcosa di morboso sia in una poetica sub-umana dove il corpo è assolutamente genitalizzato, proprio perché svuotato del suo essere corpo come sistema plurimo di comunicazione e condivisione con e per l’Altro , sia in una impudicizia infinita, orientata al by-passamento di qualsivoglia codice normativo sociale, morale, fondata sull’assoluta mancanza di senso di colpa, dove l’intimità della sofferenza, dell’isolamento, della lontananza dalla propria terra in luoghi dove vige la legge del portare il culo a casa, non c’è più. Quasi fosse un reality show, come lo è stata, guardando con maggiore obiettività, la missione Desert Storm nel 1991, la prima guerra mediatica come aveva giustamente rilevato qualche tempo fa Stefano Cristante, nel suo saggio Azzardo e Conflitto edito per i tipi di Manni. Ed è proprio vero quello che sostiene Marco Belpoliti nella bellissima post-fazione al volume ( che tra l’altro risulta essere un vero e proprio saggio di alta teoresi estetica del repertorio fotografico contenuto nel volume) a pag. 146: “ Fatte le dovute proporzioni, gli anonimi fotografi della seconda guerra irachena sono i nipotini di Eichmann, appartengono a quella banalità del male che Hannah Arendt aveva individuato nel criminale nazista, l’uomo della porta accanto, il vicino di casa consisteva nel gesto meccanico e nel tono burocratico delle risposte davanti ai giudici di Gerusalemme che lo interrogavano”. Ma cosa significa, alla fine fucked up … fa parte del gergo, dello slang americano per indicare qualcosa di strano, inusuale, pazzesco … per farvi un esempio … i film di Rob Zombie sono fucked up, le immagini del sito Rotten sono fucked up, i film hard-core dove delle attrici porno si accoppiano con gli animali sono fucked up … questo libro è fucked up!

(da www.musicaos.it)

Fucked Up, a cura di Gianluigi Ricuperati, Bur, collana FuturoPassato, pp.156

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