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venerdì 28 dicembre 2007

Nicolau Eymerich, Francisco Pena, Il Manuale dell'Inquisitore, Fanucci

Da non molto tempo si assiste alla ricca produzione di volumi, opuscoli, nonché periodici che con generosa verbosità e superficialità tendono ad illustrare una serie di pratiche volte ad invocare indistintamente angeli e demoni, con tanto di nomi, rituali, ora e data in cui entrare in contatto con queste entità, ovviamente con un unico sottofondo di senso che è quello di matrice consumistica, lontana dai più seri e complessi studi teologici. Tra i più autorevoli esponenti in questa branca dello scibile umano (non magia cerimoniale, ma angelologia e demonologia) siamo certi di non sbagliare se facciamo nomi come Giorgio Gozzelino, e Giovanni Battista Proja. E parliamo di argomenti che analizzano la sfera di potere e controllo di tali realtà ( ci si può credere o meno nella loro esistenza) nella vita dell’uomo. Ma nella Storia della Chiesa, sono esistiti poteri ben più terreni, implacabili, incorruttibili, astuti, dove il dogma della parola rivelata da Nostro Signore Gesù Cristo, doveva servire a indagare, sorvegliare e punire, al di là di quisquiglie in merito a possibili abusi di potere (non è un gioco di parole) e atrocità magari ingiustificatamente perpetrate ai danni della libertà di professare una fede diversa, da parte di qualche povero rincitrullito, mentecatto o intransigente “infedele”, nell’esprimere un parere scomodo e/o dissentire anche solo labilmente in maniera scettica, su qualche verità presente nelle Sacre Scritture. Parliamo dell’Eresia come problema, veleno, e di come l’Istituto dell’Inquisizione l’abbia affrontata e combattuta. Certamente la Chiesa ha chiesto scusa, per orrori di questo tipo commessi nei secoli precedenti, e pertanto possiamo citare una fonte tra tutte, che è quella per i tipi di San Paolo, dal titolo Memoria e riconciliazione: la Chiesa e le colpe del passato, della Commissione Teologica Internazionale, con una presentazione di Bruno Forte. Quando parliamo di Inquisizione, facciamo riferimento ad una nano-organizzazione di uomini pii, dalle alte capacità investigative, che usano a loro piacimento il popolo come strumento di calunnia con ricatti e altri riprovevoli sotterfugi, moralmente discutibili, fortemente propensi alla menzogna e all’inganno pur di ottenere la Verità, e che sia una verità conforme alle regole date da Nostro Signore si intende. Leggendo il Directorium Inquisitorium, scritto da Nicolau Eymerich alla fine del XIV secolo, testo solo per pochi intimi, e per la precisione a solo uso e consumo di vescovi e inquisitori stessi, ci si può rendere conto non solo della meticolosa precisione con cui vengono catalogate e descritte le diverse forme di eresia da abbattere (Adamiti, Setiani, Fraticelli, Scismatici e chi più ne ha più ne metta), ma anche la perfetta macchina di controllo, volta alla distruzione fisica, morale, spirituale del soggetto candidato all’esame della Santa Inquisizione, realizzata grazie all’utilizzo di interattivi link tra sistemi di codici giuridici diversi, come il diritto volgarmente definito civile e quello più alto che è il canonico. Una vera e propria morsa d’acciaio. Ma non è tutto…I problemi che l’inquisitore solleva nella maggior parte dei casi, non riguardano questioni del tipo se durante l’elevazione del calice contenente il corpo di Cristo durante la celebrazione liturgica, il fedele debba inginocchiarsi perché altrimenti favorisce il demonio; oppure la disputa in merito ai rapporti di consustanziazione tra Padre, Figlio e Spirito Santo in un’unica sostanza e del come e perché interviene tale sostanza Una e Trina nella vita del fedele; se e come produce Grazia il suo procedere per imperscrutabile volontà divina … no … niente di tutto questo… l’obiettivo da perseguire mira a mondare il putridume delle anime ormai perse, perché lontane dalla grazia di Dio, a sconfiggere la cancerosa bestemmia della lussuria che spinge i corpi di questi dannati a giacere tra lenzuola immonde, procreando abominii attraverso l’unione delle loro carni, e ancora a relegare i turpi relapsi in sperdute prigioni, figuri obliqui che prima abiurano negando di essere eretici, per aver salva la vita, e poi come per bere un bicchier d’acqua, rinnegano le loro stesse menzogne ritornando sugli oscuri sentieri del Maligno. E si prescrive la massima severità, poco per i nobil uomini, e assai per i miserabili (una lotta di classe per ottenere la salvezza dell’anima …altro che indulgenze…), e tanto più ferma è la mano del santo giudice quando deve convincere ed esortare il peccatore alla confessione, quanto più forte diviene in questi il desiderio di redimere, e di conseguenza tanto più dolce e soave deve essere pertanto la sua voce: “Figlio mio carissimo, tu parli da buon cattolico, poiché sostieni di credere in ciò che ordina la Chiesa. Ma ti contraddici nei fatti, poiché resisti in contumacia. Vogliamo vederci chiaro nella tua fede. Vogliamo sapere se camminavi nella luce o nelle tenebre. Ecco perchè ti abbiamo citato” (pag.93). Louis Sala-Molins mette a disposizione di tutti coloro che si interessano dell’Inquisizione, il trattato sistematico scelto da Roma, per la prima volta pubblicato nel 1503 e poi successivamente per volontà del Senato dell’Inquisizione romana nel corso del XVI e XVII secolo. Il manuale in oggetto segna il diritto, stabilisce la procedura che si concreta in delazione, processo, tortura e confessione e soprattutto da, sulla base dei testi delle Scritture o dei Padri della Chiesa, una riposta chiara a tutti i problemi che i servitori più devoti dell’ordine cattolico romano dovevano risolvere.

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