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domenica 9 marzo 2008

Vito Antonio Conte: buona la prima!
















In fine per non finire

non di numeri e somme di numeri
è questa notturna residua passione

andirivieni di tentazioni e cerchi ingenui

non di numeri e somme di numeri
è il mattino bianco senza abbraccio

incantesimo d’intonso libro

non di numeri e somme di numeri
è lo scialbo inseguirsi nel tempo

passeggiando tra immagini perfette

non di numeri e somme di numeri
è l’elenco infinito di burocrati asserviti

adesso corrono senza peccato

non di numeri e somme di numeri
è quella porta e il suo campanello

sentissi il fragore assordante dei miei

non di numeri e somme di numeri
è la strada che sempre invano cerco

porticato sporcato imbrattato finito

non di numeri e somme di numeri
è la casa sequestrata ben frequentata

marciapiedi e multe mal recapitate

non di numeri e somme di numeri
è la frequenza in onde corte al più medie

che di lunghe non se ne può più

non di numeri e somme di numeri
è la svogliatezza dei vizi miei

in odore di santità faccioni e spot

non di numeri e somme di numeri
è il dire con parole spiegate al vento

fantasia abbandonata piegata impolverata


non di numeri e somme di numeri
è questa vita straziata di violino

lemmi greci fluttuanti nel vuoto

non di numeri e somme di numeri
è l’inciampo della fuga la mia

risate idiote sugli schermi
non di numeri e somme di numeri
è l’allegria che mi tiene la mano

tutte le tristezze stringo alla mia


Buona la prima

non replicare
ce ne sono già troppe
non replicare
non saprei quale scegliere
finirei con l’accendere
un’altra sigaretta
e oggi (credimi)
ho già fumato abbastanza


Another song

dovevo
per forza di cose
inventarmi un’altra via
chè la mia era finita

dovevo
per forza di cose
iniziare un’altra salita
chè così è sempre

dovevo
per forza di cose
giungere lassù
chè capriolare amo


Fuori porta

guarda quel bruco che passa
poi chiedimi
dov’è il senso del tempo
se c’è un senso
se c’è un tempo
per ora sappi
che lo sto cercando

In the court

levatomi di torno un fragore di niente
abbandonata una torma di ciancianti
lavati i capelli e il resto
indossato un abito fuori stagione
me ne andai leggero verso un’altra sera
trovai una figa d’occasione
bevemmo spremuta d’arancia e rum
per diluire frutta secca e rossori
intanto che il vinile
dei Crimson friggeva con noi
in una notte senza saldi

Estemporanea

bianco di calce
e odoroso legno
due santini appesi
quell’aria in quella stanza
che riempirei
di te e di me


Di riflesso

che quando ti desti
e l’aria si rosa e s’odora
e il mistero si apre
guardo gli dei
e sempre sussurro
fate che mi spezzi
il cuore finchè vuole


Vito Antonio Conte

l'immagine utilizzata è un'opera del grande Francesco De Grandi

1 commento:

  1. Ecco che poesia si desta...e la Musa arride. Spettacolo!

    Un saluto all'autore e al padrone di casa!

    P.S. Caro Stefano ti lascio qui la mia mail :
    redazione.psiche(at)libero.it
    appena hai un nanosecondo scrivimi...che ho da dirti!;)

    RispondiElimina

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