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mercoledì 27 gennaio 2010

A single man di Tom Ford visto da Massimiliano Manieri

Ti succede di entrare in un cinema… E pagare un biglietto che t’aspetti equilibri un appetito che hai apparecchiato al tuo interno… Come ti accomodi ad un tavolo aspettandoti un certo genere di cucina, e gli ingredienti, gli odori tutt’attorno. Ed allora concedi a te stesso, al tuo palato, di liberare secchiate d’acquoline programmate sulle spezie, gli effluvi, che ti appropinqui a deglutire. Ti succede di entrare in un cinema… E non sapere a cosa vai incontro, come quelle sere in cui non hai la minima voglia di sapere cosa berrai, chi incontrerai, ne perché, ne se tornerai con i tuoi piedi in casa, o se sarà il tuo letto ad accoglierti.
Io stasera sono entrato in un cinema… E non credo d’aver visto esattamente ciò che con comodità usiamo definire film… perché aveva un’energia al suo interno differente, in toto… Dallo schermo mi arrivavano un flusso di immagini, colori, suoni, sguardi, parole, silenzi che io, in tanti anni di fedele e felice capitolazione alla 7° arte, ora non saprei trovare facilmente similitudini e termini di paragoni per dirvi qui, ora, a cosa somigli questo caleidoscopio qui descritto. Il film racconta l’elaborazione di un lutto, all’interno di una coppia, e la storia potremmo anche chiuderla qui, ma il punto è nella delicatezza con cui questa viene tracciata, nell’equilibrio chirurgico di colore usato dal regista per trascrivere anche “cromaticamente” lo stato d’animo del protagonista. Ed io mi son bloccato dietro decine di inquadrature filmicamente perfette… Nel rallenty usato come cesello nei momenti di maggiore pathos… Nei silenzi che il regista direziona come pugnalate rumorosissime dritte al petto di chiunque abbia avuto un fremito per una persona amata, cercata, e poi svanita appena ci voltavamo….Vi sono momenti di assurda ilarità scavati all’interno di ritagli tragici che qui non racconto per non anticiparvi una singola briciola di questa sinfonia per occhi e cuore. E questo piccolo trafiletto nel quale mi pregio di indicarvi un qualcosa che mi ha emozionato non intende essere un consiglio nell’indirizzarvi verso questa pellicola. Perché occorre un cuore pronto e colmo, per vedere questo film…
Un’anima sporcata dalla vita fino nel profondo….Un respiro possente, ma silenzioso, capace di auto-ascoltare ogni singolo scricchiolio circostante…
A costoro, e solo a costoro, io dico: FORSE DOVRESTE VEDERLO

Il Film - E' il 1962 e la guerra nucleare sembra imminente. La paura pervade il mondo. I valori sociali sono rappresentati in termini eccessivamente semplicistici, in bianco e nero, ma le complessità delle relazioni umane sono aggrovigliate allora come oggi. Ambientato a Los Angeles all'apice della crisi missilistica di Cuba, A SINGLE MAN narra la storia di George Falconer, un professore universitario inglese di 52 anni [Colin Firth], che fatica a trovare un senso alla propria vita dopo la morte del compagno Jim [Matthew Goode]. George vive nel passato e non riesce a vedere il suo futuro. Nell'arco di una giornata, in cui una serie di eventi e incontri lo porta a decidere se la vita dopo Jim abbia un senso oppure no, George trova conforto nella sua più cara amica, Charley [Julianne Moore], una splendida 48enne, anche lei alle prese col suo futuro. Un giovane studente di George, Kenny [Nicholas Hoult], che sta iniziando ad accettare la propria omosessualità, perseguita George e lo considera l'anima gemella...

fonte scheda http://www.comingsoon.it/

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