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lunedì 5 aprile 2010

"Come polvere o vento" di Alda Merini (Manni editore)

Era una calda serata d’agosto di qualche anno fa ed io con mia madre (che aveva una personale allo studio D’Ars di Milano) andammo a trovare Alda Merini a casa. I suoi occhi erano di una dolcezza e profondità che lasciavano senza parole. Le parole uscivano dalla sua bocca come brezza lieve, quasi avessero dovuto accarezzare il nostro viso. Ci aprì il suo medico mentre lei ci attendeva in una stanza fatta di tutto, di tanto caldo, di tanta vita e di una miriade di piccoli oggetti sparsi un po’ in giro senza ordine. Mi vennero in mente brani di Gozzano, chissà perchè. Sfogliò il catalogo delle opere di mia madre definendo i suoi rossi pieni di forza .L’ incontro era stato preceduto da alcune telefonate e come sempre ogni giorno erano diverse. Un giorno era come se ci avesse conosciuto da una vita, altre volte ci trattava come dei perfetti estranei. In quell’occasione scambiammo poche parole perché non stava bene ma furono attimi molto intensi. Ora da qualche mese Alda Merini non c’è più, la grande poetessa già grande nel suo esordio a quindici anni, la generosa e immensa donna della poesia italiana, che ha conosciuto e frequentato personaggi del calibro di Salvatore Quasimodo, l’editore Giovanni Scheiwiller, Luciano Erba e tanti altri ancora, ha lasciato un vuoto profondo nella cultura di questo paese. Il mio non vuole essere uno dei tanti “coccodrilli”, ma una mia personalissima dedica al profumo e alla bellezza di questa donna meravigliosa. La Merini è stata inserita in importanti antologie, ha ottenuto innumerevoli riconoscimenti e apprezzamenti di pubblico e critica, e si è ritagliata uno spazio più che consono nella poesia italiana del secondo novecento. E’ inutile ricordare che una malattia mentale la costrinse ad essere per molte volte ospite di istituti manicomiali. La sua poesia, nella sua compulsiva produzione poetica, è stata sempre un modo di chiedere alla vita un adeguato “risarcimento danni”, e dunque dalle sue voglie di discesa agli inferi sino alle estasi misticheggianti (che principia da Frassinelli nel 2000 con " L'anima innamorata ") la sua testimonianza in versi rimane sempre un’eterno sì alla vita. La casa editrice Manni sostiene di aver ritrovato ben 60 poesie che la Merini aveva mandato alla casa editrice salentina negli anni ’80, su suggerimento di Maria Corti, amica di Anna grazia D’Oria e Piero Manni. Poesie mai pubblicate, trovate magari sotto pile di polvere negli archivi dei manoscritti della casa editrice, e magari all’epoca qualche scheda di lettura la qualificava come non sufficientemente corposa per la pubblicazione. Ad ogni modo “Come polvere o vento”, è un testo gustosissimo che raccoglie poesie scritte tra il 1984 e il 1987, tra il soggiorno a Taranto e il ritorno a Milano, e si compone di cinque parti. Si tratta di liriche meravigliose, tre le più intense e passionali, che toccano tutti i suoi universi interiori dall'amore al disagio mentale, alla solitudine. Un libro tra i più significativi di Alda Merini, curato e introdotto dal critico letterario Giulio Ferroni.

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