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martedì 13 aprile 2010

Tiratori scelti di Emmanuele Bianco (Fandango)



















Un romanzo d’esordio cattivo, duro, politicamente non corretto, a tratti intollerabile. E’ questa la creatura che ha dato alle stampe questo giovane allievo della Scuola Holden il cui nome è Emmanuele Bianco. La casa editrice è la brava Fandango. Il titolo del libro invece è “Tiratori scelti”. Si parla di periferie in questo lavoro, o meglio sarebbe definirle “banlieues”, proprio come quelle parigine che spesso passano ai “disonori” della cronaca internazionale, in maniera più astratta quegli spazi ontologicamente angusti dove l'isolamento si estende intorno alle aree urbane considerate ghetti, dove la criminalità vi prolifera all’interno, dove il traffico di droga sovente è diviso tra etnie rivali, ognuna delle quali controlla una zona e mette la propria firma per segnare il territorio. Le banlieues che Bianco racconta sono quelle piene zeppe di giovani (figli e nipoti di gente che proveniva dal Sud in direzione Milano o comunque altro Nord, in cerca di fortuna), pompati di palestra e sospesi in una sorta di zona grigia, una specie di purgatorio, con sguardi pieni di ferocia e rabbia per ogni ascolto mancato, griffati dalla testa ai piedi, pronti a saltare alla gola di un nemico invisibile, ma che sentono comunque minaccioso e vivo. Le banlieues che Bianco racconta sono quelle di un quartiere il cui nome è già tutto un programma, Trincea, campo di battaglia di conflitti “gangs-crime” reali e tangibili. Le banlieues che Bianco racconta sono aggregatori di particole esistenziali dove una sorta di comunismo obliquo e malavitoso condivide e suddivide amicizie, legami tra spaccio, furti e risse. Sono giovani che sanno cosa significhi benessere economico e laddove vi è solo un desiderio lo trasformano in realtà senza scrupoli e senza remore di sorta. Le banlieues che Bianco racconta sono i margini italiani della crisi, della lega, del “no futur” lavorativo, della droga non solo per i ricchi, ma roba di tutti i giorni, fatti di violenza e feroci regole di sopravvivenza. "Tiratori scelti" parla di ragazzi fuori, fuori di testa dove le comitive della periferia milanese di Maurizio, Gregory, Alvaro, Guido, Irene, Shitzee, Antony sono bande per il controllo del territorio, della figa, di tutto. Emmanuele Bianco racconta con feroce spietatezza, e una scrittura pervasa da un fortissimo senso della disperazione dei nostri giorni, una specie di T.A.Z. che a breve potrebbe esplodere e coinvolgere tutte le aree metropolitane di questo paese, forse proprio a partire dai nostri vicini.


Emmanuele Bianco (1983) è nato a Milano ma è originario di Bianchi in provincia di Cosenza. Questo è il suo primo libro.


EMMANUELE BIANCO, "TIRATORI SCELTI", Collana: Galleria Fandango

www.fandango.it

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