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martedì 28 settembre 2010

La notte dell’Aquila, di Romolo Di Francesco e Maria Grazia Tiberii (Dario Flaccovio Editore). Intervento di Nunzio Festa











Con “La notte dell’Aquila” i teramani Romolo Di Francesco e Maria Grazia Tiberii affidano a una ricerca la loro vocazione inzuppata nell’amore per la loro terra d’origine. E scavano sotto le macerie, anche loro, del terremoto che il 6 aprile 2009 diede una manciata enorme di morte all’Abruzzo; dalla quale, persino, il popolo abruzzese non riesce – e il tempo è ancor stretto – a reagire: nonostante, ovviamente la rabbia d’un popolo (già vessato da questo tipo di sciagura) che comunque spinge la propria importante vita oltre il dramma dei problemi storici e quotidiani, politici ed economici. Michela, Maria, Luigi, Tommaso, Rosa, Rino, Cristiano, Paolo ed Erica “non” sono che i rappresentanti di questo senso di riscatto: cittadini in lotta: persone, al di là d’un nome che non risponde alle grinfie dell’anagrafe persino crollata col sisma, torturate dall’evento e che resistono nell’odierno. Di Francesco e Tiberii le loro storie hanno voluto raccogliere. Quasi a margine, ma che è assolutamente dentro, una tragedia raccontata dalle mosse d’un suolo che deve le sue vibrazioni addirittura all’ordine preistorico, a 4.6 miliardi di anni fa. Una geologia messa in stretta relazione e a contatto tutt’altro che forzato con, poi, i passi della storia. I “personaggi” del volume, quindi, sono Michela Maria gli altri e il territorio aquilano. Persino le placche in avvicinamento. Oltre che, naturalmente, un annuncio dell’evento che il 6 d’aprile sconvolse l’Aquila e non solo. Senza che nessuno volle provare a mettere una difesa a contrasto. Che, ormai è sempre più certo, si fece finta di niente. La Protezione Civile, tanto per cominciare, intervenne dopo le scosse. Anche se l’avvicinarsi del terremoto era stato scoperto. Il libro di Romolo Di Francesco, autore di pubblicazioni divulgative a livello internazionale e Maria Grazia Tiberii, laureata in scienze statistiche proprio in Abruzzo, ha una suddivisione in tre segmenti: preistoria, storia, attualità. Tutto all’interno del “pianeta azzurro”. Ma, soprattutto, con uno scorrevole canto che, dotato di piccole prefazioni ogni boccone di vicenda, permette di entrare nel vivo del prima, del dopo e delle conseguenze della Notte dell’Aquila. Con un tono ‘divulgativo’, inoltre, che aiuta a sapere. Quest’opera di Di Francesco e Tiberii, infine, nasce per essere inserita nel piccolo ma necessario filone dei testi che raccontano tutta la verità e soltanto la verità sull’assassinio più grande avvenuto nel 2009.

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