Titolo originario del romanzo di Sue Miller è Lost in the forest: affatto
casuale. Nella traduzione italiana dell'opera, il nuovo titolo pone al centro
una protagonista complessa, fragile, il brutto anatroccolo che cresce, cambia,
si perde. Daisy è la figlia minore di due genitori separati, Mark e Eva. Un
uomo e una donna che non riescono a vedere crescere il loro passionale
rapporto. Lo vedono finire, inesorabilmente (o quasi) per colpa di un tradimento
di lui. O c'è dell'altro? Perché una separazione è figlia di tanto, troppo. Non
solo di un errore. Eva andrà avanti, scegliendo un uomo gentile: John. Un brav'uomo: presente, affidabile,
amorevole. Nelle prime pagine del romanzo John resta vittima di un incidente.
E' da questa perdita inaspettata che tutto ha inizio. E' in seguito alla morte
di John che le protagoniste femminili della storia (e non solo) si evolvono,
offrendosi al lettore in tutta la loro bellezza. Eva è madre. Daisy ed Emily sono le sue figlie: due
giovanissime donne con tutta la vita davanti. Mark c'è, a modo suo: è comunque
un padre. Theo è piccolo, frutto dolce e
concreto dell'amore spezzato tra Eva e John. “Il tempo di Daisy” è anche il tempo
di riflettere su come le persone, pur appartenenti ad una stessa famiglia,
possano rielaborare un lutto in tanti modi: sbagliando, reinventandosi, andando
comunque avanti. Una piccola Lolita, Daisy. Anche di più. Persa in una foresta fitta, come può esserlo
solo la vita. Ora è il suo tempo.
Titolo originale: Lost in the forest. Traduzione di Irene Abigail Piccinini.
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