Gianni Dragoni, Alta Rapacità – Montezemolo, Della Valle e Punzo. I tre
moschettieri all’assalto dei treni superveloci.
Corre la febbre dell’alta velocità. I soldi sono tanti, gli appetiti si
moltiplicano. Vale la pena saperne di più. Per esempio sapere chi sono i nuovi cavalieri
che hanno appena inaugurato il treno – quasi tutto francese – Italo, che
collegherà Napoli con Milano. Ecco a voi Luca Cordero di Montezemolo detto
altrimenti «Libera e bella» per via del ciuffo, presidente della Ferrari e uomo
Agnelli, affiancato da Della Valle, il rottamatore della finanza: dopo le
scarpe e il «Corriere della Sera», perché no, un treno. E infine Gianni Punzo,
il re di Nola «’o pannazzaro» che vendeva la biancheria in una piccola bottega
a Napoli. Tutti sostenuti da Banca Intesa e Corrado Passera, poi diventato
ministro. Pochi soldi investiti e molto onore (anche molti guadagni). L’autore
fa due conti e ci regala una nuova puntata sul potere, quello che fa i soldi
(con i soldi degli altri) e che in Italia è rappresentato sempre dai soliti
noti.
Gianni Dragoni ha già pubblicato per Chiarelettere, con Giorgio Meletti, La
paga dei padroni (2008) sugli stipendi dei nostri manager, banchieri,
imprenditori e Capitani coraggiosi (2011) sulle vicende dell’Alitalia e dei
«patrioti» chiamati in campo da Silvio Berlusconi nel 2008, Colaninno,
Benetton, Marcegaglia e ancora Passera con tanti altri. Lavora come giornalista
al «Il Sole 24 Ore» ed è ospite fisso della trasmissione di Michele Santoro,
Servizio pubblico.
Riccardo Iacona, Il popolo tradito
In redazione già alla prima lettura ha colpito tutti. Per questo abbiamo
deciso di proporlo come la prima tappa di un work in progress che condurrà
Riccardo Iacona, uno dei volti più credibili del giornalismo televisivo
italiano, in un mondo a parte che è l’Italia dei quartieri abbandonati dalla
politica.
Le persone, le storie, le testimonianze, tutto riportato con uno stile
spiazzante, in prima persona, direttamente sul posto, faccia a faccia con i
personaggi. Una temperatura narrativa che scompagina tutte le più consuete
ricostruzioni giornalistiche, restituendoci un ritratto dell’Italia e degli
italiani come non abbiamo mai visto. Fino alla storia di Raffaellina e di suo
figlio Salvatore, tredici anni, che in un giorno di gennaio del 2003 doveva essere
al campetto a giocare a pallone con gli amici e invece è finito morto
ammazzato. La prima stazione è Napoli, il popolo in ostaggio nel cosiddetto
Lotto Zero. Un reportage duro, sincero, violento.
Riccardo Iacona ha già pubblicato per Chiarelettere L’Italia in Presadiretta
(2010). Giornalista professionista, nel 1988 è entrato a far parte della
squadra della terza rete Rai diretta da Angelo Guglielmi, lavorando alle
trasmissioni di Michele Santoro Samarcanda, Il Rosso e il Nero, Il raggio
verde, Moby Dick, Sciuscià-Edizione straordinaria. Da quel momento in poi è
diventato «autore di se stesso»: da cinque anni, infatti, lavora alla ideazione
e alla realizzazione di suoi programmi; prima con la serie dei W: W gli sposi,
W il mercato e W la ricerca, poi con Case!, Ospedali!, Tribunali! e Pane e
Politica; e adesso con Presadiretta.
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