Pubblicata per la prima volta nel
2010 presso Chiarelettere, l'antologia di scritti giornalistici di Massimo
Fini, "Senz'anima", che raccoglie gli interventi su L'Europeo,
Pagina, Il Giorno, Il Tempo, L'Indipendente, Il Borghese, Class, Quotidiano
Nazionale, Il Gazzettino, Giudizio Universale, Libero, La Voce del Ribelle, Il Fatto
Quotidiano, torna in libreria oggi grazie a Tea: ma dovrebbe esser
ripubblicato, magari anche con nuove edizioni ovviamente ampliate, ogni anno.
Perché i graffi di Fini sono potenti. Quindi contro il potere. E dunque
descrivono, senza ammiccamenti di sorta e/o invaghimenti troppo onerosi, figure
storiche e momenti della storia italiana: dall'Ottanta del Socialismo craxiano
dentro la sua fine al 2010 del 'cuoco di Napoleone' Silvio Berlusconi divenuto
personaggio di punta / personalità riferimento come da analizzare coi raggi x.
Epperò facciamo un passettino indietro. Intanto pensando a quel Fini che meno
di dieci anni fa sul Resto del Carlino era sfidato periodicamente dal minimo
Mentana in una rubrica di contrapposizione d'opinioni. A quello che poi, prima
di diventare qualità ulteriore del Fatto, inventa La Voce del Ribelle (2008).
Arrivando a pensare già nel 2005 il movimento politico Movimento Zero. Da
socialista scomodo qual'é stato e, soprattutto, giornalista corrosivo
sicuramente non é possibile per nessuna e nessuno dirsi d'accordo al cento per
cento con Fini; eppure dall'esordio da saggista de "La Ragione aveva Torto?"
non si possono che commentare i suoi articoli che in senso pienamente positivo.
Anche, appunto, quando non o non del tutto condivisibili. "Il vizio oscuro
dell'Occidente" é forse il suo pamphlet più importante. Senz'altro il
meglio riuscito. Adesso leggiamo invece i drattamicamente spassosi pezzi che
descrivono Santoro, Scalfari, Panebianco, Galli della Loggia, Vespa, Cossiga,
Napolitano. Ritratti che ci fanno ripensare, naturalmente, l'attualità.
Comunque il merito fondamentale di questo libro é di raccontare proprio quanto
e in che maniera l'Italiano, grazie anche e non solamente alle sue classi
dirigenti, ha subito nel corso degli anni un'involuzione culturale che non pare
arrestarsi. Insieme ai suoi paesaggi. Non a caso sono riviste da Fini la Milano Due dei bambini
tristissimi e le cementificazioni di massa degli ultimi decenni. Con quei
processi che hanno discrutto il territorio e bruciato la morale dell'italiano
da sempre e comunque - per via di massa silenziosa e maggioranza rancorosa -
clerico-fascista. Un'umanità senza umanità. Perché priva oramai, in quanto
privata e privatasi, dei suoi valori.
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