Scrivere
un libro sul silenzio è osare. Una figlia senza nome perde il padre
all’età di sei anni e comincia a vivere nei mondi che la madre,
eccentrica scrittrice, costruisce per lei con le parole. La madre
esorcizza il lutto allontanando la realtà dalle parole, la figlia lo
dimentica. Di giorno non si cercano: una è alla macchina da scrivere,
con la sua tazza di caffè turco, l’altra, a letto fino a tardi, occupa
le sue giornate immaginando la vita. La notte si ritrovano, dormono
nello stesso letto, abbracciate, con le gambe intrecciate. Trovando un
giorno la pipa del padre, il suo tabacco, i suoi dischi, i suoi
documenti, le sue lettere, la bambina si identifica con lui e comincia a
guardare la madre in modo diverso. Yasmine Ghata regala ai lettori un
moderno e luminoso roman à clef che intreccia il vero e
l’immaginario con consapevolezza e coraggio. È un’opera sul silenzio
nudo ed eloquente, sull’amore mai espresso a parole, sulla bellezza
sublime, timida e muta dei gesti e degli odori.
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