mercoledì 12 ottobre 2016

Ai piedi del faro di Maria Lenti (La Vita Felice)



Nei versi di Maria Lenti vengono messi in causa corpo e mente, con forme e piani definiti, e con l’ingaggio di strutture, materiali espressivi, identità e differenze che competono, nel nostro caso, al lato sperimentale dell’autrice urbinate, che non contrasta tuttavia con il coinvolgimento della biografia e di esperienze che perforino la pelle delle cose anche le più empiriche, cogliendone i segni e modulandoli nell’instabilità. Di qui un libro aperto che è però anche segreto e clandestino. Un frutto coltivato nell’ombra, o al chiuso della propria biografia, alimentato dalla tenerezza, dalla memoria; stimolato dalla coscienza di una realtà difficile e problematica e dalla esiguità di strutture non destinate a durare. Un libro che è testimonianza ma anche vissuto reale, una sorta di aveu scritto ai piedi di un faro in cui non c’è luce ma dove ancora sia possibile, anzi necessario, ricompitare l’esistenza attraverso sempre nuovi percorsi di senso.  (dalla postfazione di Gualtiero De Santi)





Per voce (ed eco)
Un battito d’ala solo
un battito soltanto nel trepestio
di sconti riscontri rendiconti
un respiro alito-vicinanza 
gettare-tirare a riva qualche rete
un girotondo capriccio di bambini
un nero contingente da giocare
sentirsi nel gioco
del desiderare e fare
sul pieno di un insieme
insieme che eravamo.

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