Questo libro fa venire
alla luce e rende di dominio pubblico sprechi miliardari spaventosi dell’Unione
Europea: autostrade con poche auto nonostante immani investimenti, aeroporti
nuovi eppure deserti, tonno pagato sei volte di più, dipendenti gratificati da
un’indennità extra anche se malati, la proliferazione di enti perfino con nomi
simili, la media di un immobile su cinque al mondo non adoperato. E poi errori
che inficiano il 4,4 per cento di tutti i pagamenti. Eurosprechi mette nero su
bianco che, così com’è, l’Unione non funziona, è un sogno rovinato. Fa rabbia
che la casa comune, creata per assicurare una vita migliore ai suoi cittadini,
butti via con i soldi se stessa. Dagli innumerevoli episodi raccontati
dettagliatamente emerge un’Europa che annaspa nelle piccole convenienze
quotidiane con grandi costi. Ci sono sperperi senza fine che nessuno potrebbe
mai neanche immaginare. Con un paradosso: il deficit di bilancio balza al 4,8
per cento, molto oltre il tetto di Maastricht. Chi crede nell’Unione Europea
non può chiudere gli occhi, non deve: gli eurosprechi sono troppi e troppo
abbondanti. Gli europeisti sono davvero impegnati per togliere pretesti
all’azione disgregatrice? L’Unione può superare le resistenze e crescere se,
oltre a ritrovare la forza dello slancio ideale e una visione solidale,
affronta adeguatamente la questione dei soldi. Gli eurosprechi sono un macigno
sulla strada di chi vuole gridare ancora: “Viva l’Europa”.
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