Sangue nero, nebbia e
misteri della Val Brembana - «Come avrete inteso sono uno di quelli che
comunemente vengono detti di colore oppure, quando va bene, ma per modo di
dire, negretto. Pòta, ho trent’anni spessi, sono un paio di metri di muscoli e,
mi scusino le signore, ho una bella lunghezza nascosta al posto giusto.
Negretto un piffero. In realtà sono un bergamasco nero, mi piace di più. Sono
sempre stato solo un bergamasco, ma da quando è arrivato Balotelli tutto si è
fatto piu` difficile. Lui è pure bresciano. Poer s-cèt. Il fatto è che i miei
mi hanno adottato, da bravi cristiani, in una missione in Senegal. Non ho mai
saputo chi fossero i miei genitori biologici, ma so che facevano i contadini.
Il mio povero nonno Angelo era originario di Varese, da qui il mio cognome non
proprio valligiano. Prima o poi mi farebbe piacere riscoprire le mie origini e
andare a vedere Varese da vicino, mi hanno detto che il lago è bellissimo»
IL LIBRO - In una Val Brembana battuta da piogge
torrenziali, strani omicidi minacciano la tranquillità dei riservati montanari
dove spacciatori e fedeli consumatori si danno il cambio alla stazione dei
pullman. Perché è sempre “tutta una questione di bianco e di nero, di bene e di
male”. Un unico filo denso come il sangue unisce la famiglia Belotti, la loro
figlia Adelaide, i ragazzi morti e il burbero detective Angelo B. Bossi, orgogliosamente
“bergamasco nero”. Una frana di eventi si abbatterà sulla vallata e rotolerà
inesorabile fino a Bergamo Alta, per rovinare sul piazzale della stazione. Fra
giovani scatenati, discoteche estatiche e spacciatori africani, Angelo B. Bossi
dovrà salvare Adelaide, la “principessa 2.0” con le sue inseparabili Dr.
Martens senza lacci, senza famiglia e senza sogni sullo sfondo di una provincia
dove niente è come appare.
Nessun commento:
Posta un commento