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mercoledì 12 aprile 2017

Jossp Anthony - Un Dia Sin Ti (Official Video)

Counterfeit - As Yet Untitled (official video)

Skinny - Wonderful

I Puffi: Viaggio nella Foresta Segreta | Tutte le clip e trailer compila...

Temptation Island, questa ragazza ha detto no alla chiamata della redazione

Il Terzo Tempo di Lidia Ravera | Booktrailer

Vita semieroica di Franco Valobra di Dario Biagi. Per Odoya dal 20 aprile 2017 in libreria



Nato a Torino  nel 1924 e formatosi per diventare farmacista (nota la sua prima “campagna” per la diffusione dei preservativi), Franco Valobra è stato uno dei più obliqui, originali e “irregolari” intellettuali italiani. Fu colonnista di Playmen di Adelina Tattilo e Luciano Oppo, testata di cui ricorre quest’anno il cinquantennale dalla nascita. Playmen, che prese il volo dopo il divorzio di Tattilo da Saro Balsamo, già editore del “seminale” Men, fu la prima rivista patinata per adulti a affiancare arte, cultura, critica e campagne per il rinnovamento dei costumi alle foto softcore.  Tra i soggetti di quelle immagini un’inconsapevole Jackie Kennedy Onassis paparazzata nuda a Scorpios  — uno scoop e un azzardo che fece vendere al giornale mezzo milione di copie — e una invece conscia, ma più pudica Brigitte Bardot. Franco Valobra, che iniziò a Le Ore e scrisse anche per Men, divenne una delle penne più seguite della rivista. Oltre a una rubrica fissa in cui ben prima di Facebook si abbandonava a confessioni sulla sua vita che avrebbero fatto arrossire i nostri contemporanei , Valobra era il responsabile delle grandi interviste — tra gli intervistati da Playmen di quegli anni: Allen Ginsberg, Franco Zeffirelli, John Wayne, Luciano Bianciardi, Francis Bacon, Claudia Cardinale, Timothy Leary, Rudolf Nuereyev, Giorgio De Chirico, Saul Bellow etc —, ma si occupava anche dei commenti alle foto hot e spesso rispondeva anche alle lettere dei lettori. Un tuttofare che scriveva anche sotto lo pseudonimo Homerus S. Zweitag:  l’autore putativo dei romanzi  Muriel e Le gemelle, a cui Valobra fornì una dettagliata biografia di dandy intellettuale! Negli anni “d’oro” Playmen ebbe grossi problemi con la censura, nonostante questo poteva vantare firme come Fusco, Buzzati e addirittura un cameo di Henry Miller. Il “nostro” portava avanti una battaglia per il rinnovamento dei costumi col pretesto di difendere la rivista, anche quando il detrattore si chiamava Umberto Eco… Le sue esperienze si espansero alla Radio (Gli Altri Siamo noi, Lo spunto, Radio anch’io per Radiouno) sul finire degli anni Settanta e collaborò con Fellini — con cui ebbe una vera e propria amicizia, la passione per Jung in comune — per il Casanova. Jean Jacques Annaud lo volle come comparsa nel film Il Nome della Rosa.  A metà anni Novanta (come in un romanzo) si ritirò con la giovane moglie e il figliastro di lei nei Caraibi dove, sbagliati i calcoli, cadde in disgrazia. «Ricevetti una sua bellissima lettera in cui descriveva la vita ai Tropici senza i comfort del mondo occidentale» rammenta Massimo Balletti.  «Un grande reportage, in cui sembrava un po’ Calvino, un po’ Hemingway».  Fu così che i suoi amici, tra cui l’architetto Franzaldo di Paolo e Isabella De Paz partirono per il salvataggio, trovandolo intento a leggere i tarocchi ai turisti sull’isola di Martinica. È passato a miglior vita nel 2010 dopo un’altra interessante parentesi alla radio con la trasmissione di Radiodue Cattivi pensieri. La sua vita è un'imperdibile spaccato di storia del costume, interessante oggi da ripercorrere per chi ricerca le origini del libero pensiero in Italia…

Dario Biagi è giornalista e scrittore. A lungo nella redazione Cultura della Rai, ha lavorato per vari periodici. Ha pubblicato altre cinque biografie: Vita scandalosa di Giuseppe Berto (Bollati Boringhieri 1999), L’incantatore. Storia di Gian Carlo Fusco (Avagliano 2005), Il dio di carta. Vita di Erich Linder (Avagliano 2007), Cagnaccio di San Pietro (Gaffi 2013) e Il ribelle gentile. La vera storia di Piero Manzoni (Stampa alternativa 2013). Ha anche curato una mostra di Cagnaccio di San Pietro nel 2015, a Ca’ Pesaro di Venezia.


La gravidanza della terra a cura di Daniela Marcheschi (Olioofficina Slimbook)



È una antologia di poesie inedite, edita da Olio Officina, allestita con l'intento di riportare l'attenzione dei poeti italiani ed europei sulla campagna. Il lettore troverà versi di autori italiani, croati, francesi, portoghesi, rumeni, svedesi e svizzeri. La curatrice del volume, di cui riportiamo la prefazione, ha invitato quarantatre autori con la dichiarata intenzione di fare i conti con ciò che nel Ventunesimo secolo si può intendere per vita rurale. La gravidanza della terra è stata allestita con l'intento di riportare sulla campagna l'attenzione dei poeti italiani ed europei: il lettore troverà qui anche versi di autori croati, francesi, portoghesi, rumeni, svedesi e svizzeri. Questa antologia ha cioè inteso proporre loro l'idea di rifare in qualche modo i conti con ciò che, nel Ventunesimo secolo, può essere e significare la vita rurale. Una raccolta varia, come forma/spunto di un dibattito da riaprire pubblicamente, nello speciale cammino compiuto dalla poesia verso e attraverso il linguaggio, con la sua costruzione di figure, metafore e simboli, in grado di rappresentare ed estendere la nostra esperienza della realtà, di ampliare il confronto e la misura dell'uomo con il mondo, la vita. Per troppo tempo, nella Modernità, una certa filosofia ha distinto ciò che non poteva esserlo per la stessa natura biologica e antropologica dell'essere umano. Con effetti pratici non sempre positivi, a volte drammatici, si è separato l'indivisibile: la Natura dalla Cultura o dalla Storia; le Scienze dalle Lettere e dalle Arti e così via. Cose diverse, certamente, ma tronchi di un medesimo legno, scaturiti da uno stesso ceppo, giusto per usare una metafora vegetale. Dalla condizione connaturata nell'esere umano – ciò che abbiamo già avuto occasione di definire «umanesimo antropologico» – non si può e non si deve d'altronde più prescindere, se vogliamo allargare gli orizzonti, se vogliamo dare al futuro una possibilità in più di esistere come lo desidereremmo noi. C'è forse una maniera per rendere oggi ancora più vivo il mito delle metà o dell'ermafrodito, che Platone narra nel Simposio; e questa è distinguerlo dal mondo dell'eros inteso unicamente come slancio sessuale, per riconnetterlo a quello di Eros, considerato come Amore in senso pregnante: attenzione o tensione profonda verso tutto ciò che è “umano” e può costruirne una totalità nuova, entro una visione mutata della realtà e della cultura. Ciò significa tentare di riunire su basi contemporanee quanto la storia delle idee occidentali ha diviso per secoli, almeno a partire dal Seicento cartesiano: la mente e il corpo. Le più recenti acquisizioni scientifiche in merito alla genetica, al funzionamento del cervello, della mente, alle percezioni, impongono infatti ben altre soluzioni e strade di ricerca, e la letteratura non può ignorarne la portata e le istanze. Così, la poesia, come tutta l'arte della letteratura, è espressione e anche conoscenza. Ciò vuol dire che è anche emozione e memoria; è anche esperienza e sorpresa e piacere; è anche il precipizio oscuro e la luce della certezza. “È anche” tanto altro, insomma, ad libitum. Che certa poesia contemporanea – spesso fossilizzata in clichés – ignori una tale complessità, è purtroppo il suo marchio d'immobilismo. D'altra parte, la situazione umana, nella storia e nell'ambiente, muta di continuo, come si erano già accorti Francesco Guicciardini e Giacomo Leopardi. Mutano i tempi, ed i fenomeni sociali ed economici di industrializzazione e post-industrializzazione – nella loro sostanza multiforme e nelle loro conseguenze – si presentano ora in maniera assai più articolata, inconsueta. Ciò vale anche per altri fenomeni ed aspetti che, per meri pregiudizi ideologici o pigrizia, sono stati sovente relegati all'ambito di residuo del passato. Ma a torto: è un fatto che oggi il settore agricolo sia in grado di trainare di nuovo l'economia. Ciò impone un ripensamento critico su differenti piani: sociologico, economico, storico o culturale in senso lato. Una simile riflessione la si deve pretendere anche in poesia, che non può ritenersi un giardino chiuso, uno spazio ripiegato esclusivamente su un soggettivismo esasperato, sulle limitate ragioni di un io ipertrofico, pertanto immune dalle lacerazioni o dagli interrogativi dell'esistenza comune e della cultura. È, lo ribadiamo, quanto abbiamo tentato precisamente di avviare qui. Abbiamo cercato di restare il più possibile lontani dalle tentazioni dell'idillio, dal richiamo della campagna come rifugio, quasi astorico, per una borghesia che si sente comunque superiore ai contadini o alle classi ancora legate alla terra. Come se oggi la campagna fosse ancora quella di secoli fa, pochissimo o nulla meccanizzata, non industrializzata, quindi sospesa in una dimensione priva di consistenza. Abbiamo tentato di evitare le nostalgie arcadiche, connesse ad una vecchia concezione della Storia reputata un Assoluto, con le maiuscole appunto, quindi astrattamente: una Storia che accerchia o annienta la Natura, allo stesso modo considerata un Assoluto. In breve, una essenza immutabile, e non quello che è: dato ineludibile, ma anch'esso estremamente composito, in cui alcune realtà – e quella rurale ne è una – possono cambiare, mentre altre non sono soggette, o lo sono meno, a mutamenti. Questo non significa sottovalutare le gravi questioni connesse ad esempio alla produzione dei beni alimentari, fatti oggetto di un attacco economicistico senza pari; connesse all'ecologia, all'urgenza di salvaguardare le acque, l'aria, la campagna – il pianeta intero, come casa prima e una dell'essere umano. Nient'altro si è cercato che avvicinarle in maniera più consapevole, anche solo tramite il puro e semplice accostamento di tante voci diverse. Non a caso La gravidanza della terra è una antologia a tema, la prima del genere in Italia e, forse, non solo. Ampliare il ventaglio degli autori e delle poetiche rappresentate ha inteso essere un modo per vedere meglio le molte sfaccettature di una realtà problematica tutta da inventare, scoprire e ricreare. La condivisione di un invito a rimboccarci le maniche e tornare a coltivare la terra fertile delle idee poetiche. Fra tanti, ci sarà sicuramente qualcuno che, nel tracciare il solco, nell'arare il campo, riuscirà appunto a fare cultura nell'accezione originaria della parola: e, così, nuova poesia.

Il mito dell'immortalità di Enrica Perucchietti

Alieni. Realtà e mistificazione di Stefania Genovese

Riflessi di silenzio

martedì 11 aprile 2017

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SESS0 estremo a cavallo, sul treno e a suon di eruttazioni: gli annunci ...

Eclipse, il nuovo album di Chiara Civello: la nostra intervista

La stanza di ossidiana di Lincoln Child, Douglas Preston. Traduttore: Elisa Finocchiaro (Rizzoli)



L'agente speciale Aloysius Pendergast è disperso. Il suo corpo non è ancora stato individuato e col passare dei giorni la speranza di trovarlo vivo sembra affievolirsi sempre di più. Constance, la sua storica assistente, è annichilita dal dolore e cerca conforto rifugiandosi nelle stanze sotterranee della residenza di famiglia di Riverside Drive; a niente servono le attenzioni di Proctor, la fedele guardia del corpo di Pendergast, che tenta di rassicurarla. Nella casa, però, un'ombra è in agguato. Una figura sinistra e minacciosa, che emerge dal passato e che all'improvviso trascina Constance via con sé. Proctor si lancia in un inseguimento mozzafiato sulle tracce del rapitore fin nei luoghi più remoti e lontani, dalla Mauritania alla Namibia al Botswana. Eppure, proprio nel momento in cui l'uomo sembra avvicinarsi alla soluzione, tutto si ribalta e un altro complesso ingranaggio comincia a muoversi: dov'è la vera Constance? Il rapitore non ha forse un volto conosciuto?

J. R. R. TOLKIEN - IL LUNGO SENTIERO TRA OMBRA E LUCE DI PAOLO BATTISTEL

giovedì 6 aprile 2017

L’ 8 aprile 2017 a Milano la prima nazionale con Enrica Perucchietti, Paolo Battistel, Stefano Donno

























Presso la Libreria Esoterica Primordia Via Piacenza n° 20 a Milano, l’8 aprile 2017 alle ore 16,00 ci sarà l’incontro “Mito, Alchimia, Immortalità da Ermete Trismegisto a J.R.R. Tolkien” con Enrica Perucchietti, Paolo Battistel e Stefano Donno che presentano per la prima volta insieme e in anteprima nazionale le loro nuove pubblicazioni per iQdB Edizioni di Stefano Donno:  Il mito dell’immortalità di Enrica Perucchietti, Breve commentario alla Tavola Smeraldina di Ermete Trismegisto a cura di Stefano Donno, J.R.R. Tolkien - Il lungo sentiero tra Ombra e Luce di Paolo Battistel. Un incontro unico nel suo genere per affrontare dall’antichità nella tradizione filosofica, alla modernità nella letteratura con l’opera di Tolkien, alla cibernetica nel post umano, il desiderio ancestrale dell’uomo di essere immortale e dunque onnipotente.
iQdB edizioni di Stefano Donno (i Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno)

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Come On Down to Quincy's

Guardiani della Galassia Vol. 2 | Vecchi nemici diventeranno nuovi alleati

Un filo senza fine, il ritorno di Paolo Vallesi: la nostra intervista

Bello FiGo - Sembro Vucumprà (SwaG Lavoro Negro) Stai Li A non Vendere...

The Startup (Rizzoli, 2017) - Booktrailer

La leggenda di Castro il nuovo libro di Raffaele Polo alla Libreria Palmieri di Lecce

























Giovedì 13 aprile 2017 ore 18,30 presso la Libreria Palmieri di Lecce, in via Salvatore Trinchese 62, Anna Scarsella presenta il nuovo lavoro di Raffaele Polo dal titolo “La leggenda di Castro – Le improbabili indagini dell’Ufficiale Rizzo” (iQdB Edizioni di Stefano Donno).
In “Un Gelato per i corvi – le improbabili indagini dell’Ufficiale Rizzo a Lecce” Raffaele Polo affida periodicamente alla voce dell’Ufficiale Rizzo una serie di narrazioni intrise di mistero, ambientate nel Salento, in una lunga scia di inchieste e indagini che colora di suspence il Tacco d’Italia. Un modo diverso per far conoscere, amare e forse scoprire un territorio come quello salentino che in molti definiscono come un set ideale per noir, mistery e gialli. L’Ufficiale Rizzo è l’anziano dipendente di uno strano e fantomatico Ufficio Indagini della Questura di Lecce. Gli affidano sempre mansioni impossibili fitte di strane e singolari coincidenze. Ogni volta in una località diversa, ma sempre nel Salento. Lui il suo compito lo risolve facilmente, intervallando le ricerche con letture che lo affascinano e sulle quali ha formato una cultura enciclopedica indispensabile anche nei casi più intricati. In “O andramu pai! – le improbabili indagini dell’ufficiale Rizzo a Calimera” il protagonista sposta le sue indagini nel cuore della Grecìa Salentina. “Era da andare a ricevere l’ennesimo, incomprensibile incarico che la sorte sembrava divertirsi ad appioppargli. Se un giorno scriverò le mie memorie, pensò Rizzo, vorrei che ci fosse il preambolo ‘Gli improbabili casi salentini dell’Ufficiale’, perchè, veramente, erano sempre più improbabili e sempre più salentini…”.
Ora nella “Leggenda di Castro” l’Ufficiale Rizzo è di scena a Castro: un luogo senza tempo, ricco di attrattive e misteri… Dopo Trepuzzi, Melendugno, Lecce e Calimera, ancora un’avventura dell’inossidabile Ufficiale in un lembo del magico Salento.
Il Salento diventa ad ogni indagine una terra sempre più bella, più sorprendente, e affascinante come una donna misteriosa, che non si svela e rivela facilmente ad occhi che non possono capirla fino in fondo.
Raffaele Polo dagli anni Sessanta, scrive e pubblica racconti, novelle, articoli, romanzi, saggi, tutti ambientati a Lecce e dintorni. I suoi libri di maggior successo sono Gite nell’irreale (1985), Una storia leccese (1992), Libreria Antica Roma (2005), Le fiamme di Supersex (2007), Storie dal Salento (2011). Con iQdB Edizioni ha portato l’ufficiale Rizzo a Lecce, Calimera, e Castro


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Tower of god. Vol. 13 di Siu

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